Variazioni in Catasto
Le variazioni in Catasto devono sempre essere ben motivate
Cassazione: se le ragioni che portano ad un nuovo classamento sono troppo generiche, è necessario ripetere i sopralluoghi
La variazione della classe e della categoria catastale deve essere motivata nel dettaglio. In caso contrario non può essere ritenuta valida. È questo l’orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con la sentenza 12024/2015. Nel caso preso in esame, due coniugi avevano presentato tre distinte denunce di variazione su altrettanti immobili di proprietà chiedendo l’attribuzione della categoria A/2, classe 3. Dopo aver compiuto gli accertamenti, però, l’Agenzia delle Entrate aveva concluso che si trattava di un’unica abitazione e aveva attribuito a tutte le particelle la categoria A/1, classe 1 (abitazioni di tipo signorile). I proprietari avevano quindi presentato ricorso sia alla Commissione tributaria provinciale sia a quella regionale, che avevano però respinto le loro motivazioni, confermando il classamento dell’Agenzia delle Entrate. La Cassazione ha invece invertito la rotta, affermando che le conclusioni del Fisco erano troppo generiche e poco articolate. Non prendevano infatti in considerazione né il parere del CTU nominato dal tribunale per effettuare la perizia, né la presenza di unità comparabili censite nei fogli di mappe adiacenti. Secondo i giudici, la variazione della classe catastale aveva seguitomotivazioni astratte e richiami generici. Per questo hanno imposto all’Agenzia delle Entrate di condurre un esame di approfondito per giungere ad una nuova pronuncia.